Ad al-Andalus, la donna delle classi alte aveva un obbligo principale ed era quello di curare il suo aspetto esteriore, per compiacere suo marito, l’unico autorizzato a vederla pienamente. Erano le donne più privilegiate, quelle che potevano prendersi cura del loro aspetto. Tutte le donne si recavano una volta alla settimana ai bagni pubblici purché avessero adempiuto a tutti i loro obblighi. I bagni pubblici erano il luogo dove si distribuivano tempi e spazi diversi per uomini e donne.
Oltre al lavaggio, chi poteva permetterselo, riceveva cure particolari come massaggi con unguenti cremosi e profumati oltre a attenzioni per i capelli. Le donne avevano i capelli lunghi, folti e molto neri. Anche a noi sono pervenute testimonianze che assicuravano che nella Spagna musulmana le donne venivano rasate per scopi estetici.
In questi bagni si potevano sentire magnifici profumi che scorrevano dalle loro finestre, essendo noti a tutti gli eccezionali profumi ed essenze del mondo arabo. Grazie ai maestri profumieri, le donne avevano diversi flaconi, che usavano nelle varie occasioni della vita quotidiana e godevano davvero della fragranza dei dolci e degli aromi intensi.
La civetteria della donna andalusa continuò con i vestiti che indossava. Un tempo era di colori vivaci, i più lussuosi erano anche ricamati con fili d’argento e d’oro, e i tessuti erano stretti alla vita e il capo coperto.
Allo stesso modo, erano molto comuni ornamenti e accessori che, come oggi, cercavano di mettere in risalto la bellezza delle donne. I gioielli più comuni erano collane e bracciali realizzati con pietre preziose. È noto che spesso indossavano diademi o spille d’oro, argento e perle.